Fonseca, la simpatia non basta: media horror e paura delle big. Così non va

Il portoghese ha la peggiore media punti al primo anno delle ultime sette stagioni. Non ha mai battuto una squadra che precede la Roma in classifica e non ha valorizzato i giovani

Avanti un altro, come si dice in un noto programma tv. E non perché siamo già arrivati ai saluti (anche se i precedenti invitano alla prudenza), ma perché al banco degli imputati ora non può sottrarsi più nemmeno Paulo Fonseca.

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Il portoghese venuto dall’Est che col suo ciuffo e i suoi modi duri ma gentili aveva conquistato gran parte del tifo romanista. Fonseca è uno che parla chiaro, che trasmette empatia e che raramente cerca alibi. E questo gli va riconosciuto. Ma il suo gioco di chiaro ha molto poco. Almeno in Italia. Lo dimostrano le prestazioni di questo orribile 2020, e lo confermano i dati. Il portoghese ha la peggiore media punti al primo anno di un allenatore delle ultime 7 stagioni. E quindi dall’esonero di Zeman. La media recita 1,71 punti a partita contro il 2,3 di Spalletti, il 2,2 di Garcia, il 2 di Di Francesco e l’1,83 di Ranieri. Peggio aveva fatto Luis Enrique (1,57) e appunto Zeman (1,47) che però si era fermato alla 23esima giornata. Numeri da sesto-settimo posto. Numeri che evidenziano il declassamento della Roma e che cozzano con le belle speranze di Paulo. Va detto che a Fonseca va riconosciuto il coraggio (o l’incoscienza?) di accettare una panchina bollente in un contesto di rivoluzione permanente che di certo non aiuta il lavoro di un allenatore. Lo sapevano Conte, Gasperini, addirittura De Zerbi che hanno gentilmente declinato l’invito della Roma. Forse non lo sapeva Fonseca che viveva quasi in un altro continente e che aveva una gran voglio di tornare nell’Europa calcistica che conta.

L’allarme di Petrachi

Dei tanti concetti messi sotto i riflettori dopo l’intervista a Sky di Petrachi ce ne è uno che oggi risulta preoccupante. “Fonseca è preparato e capace, una persona di spessore, intelligente oltre la normalità – ha detto Petrachi -, ma è entrato nel campionato italiano e devo aiutarlo a capire le caratteristiche della Serie A. Se questo avviene anche con dei confronti forti ben venga”. Peccato che poi è arrivata la sospensione. Ma il messaggio è chiaro: Fonseca non è ancora pronto per il calcio italiano. E i mancati progressi del suo 4-2-3-1 che doveva dominare gli avversari sembrano dare ragione a Petrachi. Il ds salentino d’altronde aveva optato per soluzioni più nostrane, e più vicine alla sua visione del calcio come era Conte e come poteva essere Gattuso. Poi è arrivato Baldini

Sudditanza delle big

C’è un dato che più di altri evidenzia le difficoltà di Fonseca nelle arrampicate difficili. Mai la sua Roma ha sconfitto una squadra che la precedeva in classifica. Né la Juventus (battibile) di questa stagione, né la Lazio di Lotito e tantomeno l’Atalanta di Gasp. C’è ancora una chance con l’Inter tra qualche giornata, ma è l’ultima di una stagione che ha visto la Roma vincere un solo presunto big match: quello all’andata contro un Napoli a pezzi e in subbuglio. Anche in Europa League l’esame più grande (Siviglia) deve ancora arrivare dopo un girone morbido e i sedicesimi con il Gent. Fin qui agli appuntamenti importanti Fonseca ha balbettato. In Ucraina d’altronde il suo Shakhtar era di gran lunga la squadra più forte del campionato.

E i giovani?

Ricordate slogan e titolo di un anno fa? Il progetto verde, il piano giovani, la Roma delle belle speranze. Oggi, anche a causa delle ristrette capacità economiche, si è invertita la rotta. Si punta su giocatori esperti, possibilmente a parametro zero. Va detto che l’esperimento funziona a metà considerate le condizioni di alcuni over 30 della Roma come Pastore, Perotti, lo stesso Mkhitaryan. E i giovani? Fonseca non ne ha valorizzato mezzo in questo suo primo anno romano. Quelli della Primavera non sono minimamente presi in considerazione, quelli della rosa non riescono ad emergere completamente: da Under a Kluivert passando per Villar, Perez, Mancini e lo stesso Pellegrini. Zaniolo, per ovvie e innate ragioni, non fa testo come non faceva testo Totti ai tempi di Carlos Bianchi. La valorizzazione della rosa tanto cara alla dirigenza ha subito una battuta d’arresto. Forse, però, anche perché il materiale a disposizione di Fonseca non è che sia di primissima fattura.

FONTE F. BALZANI

Gollini alla Roma, Florenzi all’Atalanta: lo scambio dipende da Pau Lopez

Se il club giallorosso riuscirà a cedere il portiere catalano, è calda la pista che porta a quello bergamasco. L’ex capitano potrebbe così raggiungere Gasperini e i due club fare cassa e plusvalenza

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Di fatto sono entrambi a costo zero sui rispettivi bilanci. Perché Alessandro Florenzi è un prodotto del settore giovanile e Pierluigi Gollini è stato pagato appena 4.5 milioni due anni fa. Caratteri opposti (riservato Florenzi, a dir poco esuberante Gollini), molti membri dello staff in comune (non l’agente, uno è gestito da Riso, l’altro da Lucci), sono al centro di uno scambio di mercato, con relativa plusvalenza, di cui Atalanta e Roma stanno parlando in queste ore.

Quanto costano Florenzi e Gollini

I due giocatori potrebbero essere valutati entrambi una ventina di milioni, qualcosa in più per il portiere. Se la trattativa andasse in porto sarebbe una plusvalenza secca per entrambi i i club, che avrebbero così due calciatori seguiti da tanto. Gollini piace a Trigoria da anni, Florenzi era stato cercato la scorsa stagione e anche in inverno da Gasperini.

Dove andrà Pau Lopez?

Tutto o quasi, però, dipende da Pau Lopez. Il portiere catalano, pagato un anno fa quasi 30 milioni (tutto compreso) ha convinto solo a tratti in questa stagione e per la Roma è ampiamente sacrificabile. Il club però non può cederlo per meno di 23-24 per non fare una minusvalenza. È vero che piace in Inghilterra, Francia e Germania, ma al momento appare complicato che un club voglia arrivare a tale cifra. Baldini ci sta lavorando, perché se lui non andrà via lo scambio Gollini-Florenzi è destinato a saltare.

AIC, Tommasi rassegna le dimissioni come presidente. Al suo posto Calcagno

Damiano Tommasi, ex centrocampista della Roma e presidente dell’AIC, ha rassegnato le dimissioni come numero uno dell’associazone calciatori.Al suo posto subentrerà il vice Calcagno fino all’esito delle prossime elezioni:
Questo il comunicato in merito pubblicato sul sito assocalciatori.it:

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“Damiano Tommasi si è dimesso dalla carica di presidente dell’Associazione Italiana Calciatori nel corso dell’odierna riunione del Consiglio Direttivo.
L’avvocato Umberto Calcagno, vice presidente vicario, assumerà le funzioni statutarie fino alla data delle prossime elezioni. 


Il Direttivo ha rivolto a Tommasi i più sinceri ringraziamenti per il lavoro svolto in questi anni sottolineando l’impegno, la serietà e la dedizione con i quali ha rappresentato la categoria dei calciatori e delle calciatrici”

Accordo trovato per Smalling, resterà alla Roma fino al termine della stagione

La Roma ed il Manchester United hanno trovato l’accordo per prolungare il prestito di Smalling fino al termine della stagione. Infatti, come riferisce calciomercato.it,

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il prestito del difensore sarebbe dovuto terminare domani; ma resterà a disposizione di Fonseca fino al termine della Serie A e per tutte le gare di Europa League che la Roma disputerà.


Si sta ancora trattatando, invece, la permanenza in giallorosso anche per la prossima stagione. L’idea della Roma è quella del
rinnovo del prestito con obbligo di riscatto
.

Cagliari, Olsen non prolunga: martedì torna a Roma

Il portiere svedese ha deciso di non estendere il prestito fino alla fine della stagione: si allenerà a Trigoria, poi aspetta l’offerta dalla Turchia

Robin Olsen tornerà presto a Roma. Il portiere svedese – tornato a essere secondo alle spalle di Cragno – ha infatti deciso di non firmare il prolungamento del prestito con il Cagliari fino al termine della stagione.

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Olsen dopo il 30 giugno rientrerà quindi nella capitale e molto probabilmente si allenerà individualmente a Trigoria.  

Roma, Friedkin si avvicina sempre di più: uffici legali al lavoro Intanto il suo agente si sta muovendo per trovargli una nuova sistemazione. In Portogallo lo Sporting Lisbona è in cerca di un nuovo portiere ed è interessato allo svedese, ma diverse offerte sono arrivate anche dalla Turchia. Una in particolare ha attirato l’interesse del portiere, che adesso attende i contatti con la Roma. 

Roma, da Mirante a Diawara: i top e i flop col Milan Ecco i giallorossi migliori e peggiori di San Siro

TOP: MIRANTE—   A Trigoria pensano di avere il miglior secondo portiere d’Italia (non sappiamo se Buffon sarà d’accordo), tant’è vero che erano 15 partite che Mirante, da titolare, non perdeva. Stavolta, però, neppure lui è riuscito a fermare l’emorragia difensiva, e così la Roma ha perso. Ma una cosa è certa: anche stavolta è stato tra i migliori fra i suoi. Per informazioni, vedere l’azione del primo gol. 

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FLOP: ZAPPACOSTA —   Alla fine, pur senza fare nomi, Fonseca ha ribadito più volte come la squadra abbia regalato il primo gol. Stavolta sul banco degli imputati è finito Zappacosta, che pure – nel prosieguo dell’azione – si prodigato per evitare la rete. Ma il retropassaggio che innescato Rebic sul vantaggio del Milan è stato da matita blu. Anche perché a quel punto la benzina della squadra giallorossa era proprio poca.

 TOP: VERETOUT—   Oltre alla sconfitta, la peggiore notizia per la Roma è che Veretout, ammonito, non giocherà contro l’Udinese per squalifica. Un peccato, perché il francese ha dimostrati di sapersi sdoppiare. Non a caso nella ripresa, in impostazione, ha giocato spesso terzo a sinistra di difesa, per contribuire alla costruzione. Davanti all’ex maestro Pioli, che ha avuto alla Fiorentina, stavolta ha però dovuto cedere il passo.

 FLOP: DIAWARA—   A proposito di regali, proprio come contro i doriani, l’ex del Napoli ha sbagliato un appoggio che ha innescato l’azione su cui poi Smalling ha procurato il rigore. I social, a quest’ora, sono già impietosi con lui, ma la domanda vera forse è un’altra: la mancata operazione al ginocchio dopo il secondo infortunio – è stata scelta la terapia conservativa – è possibile che lo stiano condizionando? In ogni caso, sembra la controfigura del giocatore pre-lockdown,

fonte GDS

Le realtà distorte rovinano la Roma: a Trigoria non va tutto bene

Ormai è impossibile continuare a nascondere i problemi sotto al tappeto. I tifosi meritano di meglio e, soprattutto, meritano chiarezza

La Champions League volume uno (quella che passa per il campionato) è al tramonto. A dieci giornate dalla fine e dietro squadre che di certo non ricordano le sette sorelle di tempi andati. La Roma di Fonseca ha perso 6 partite su 11 in campionato nel 2020, con l’intervallo Covid, ma pure sempre più della metà sono. Roba da retrocessione. E la cosa peggiore è che le ha perse con merito, anzi con demerito. Ha perso due obiettivi stagionali su tre. E – se ci sforziamo di sforbiciare i tanti fake sui social – ha perso pure il poco entusiasmo rimasto ai tifosi. Ma non si può dire. O meglio si deve dire sottovoce. Perché qualcuno altrimenti si chiede sbigottito: “Ma perché non dite che va tutto bene?”. Perché dire che l’Atalanta è di un altro pianeta o che il Napoli nel suo anno più grottesco ha vinto un trofeo e ora rischia la rimonta sulla Roma? Perché dire la verità? Perché sembrare così maledettamente sinceri?

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Non sapevamo, infatti, di vivere nell’Impero fuori dal reale di Lynch, in quel Mulholland Drive dove la percezione parallela è così soggettiva da diventare distorta. O magari in un racconto di Ucronia dove la premessa generale è che la storia del mondo abbia seguito un corso alternativo rispetto a quello reale. Pensavamo di raccontare fedelmente ciò che accadeva con termini più o meno giornalisticamente “forzati”, a volte anche smorzati per non eccedere nel negativismo che a Roma purtroppo spesso si sposa col realismo. Come chiamare una situazione in cui il direttore sportivo manda messaggi offensivi al suo presidente che risponde con una sospensione a pochi giorni dalla ripartenza del campionato? E che qualche ora prima metteva in dubbio il lavoro della squadra in diretta nazionale? Come definire l’ambiguità di una condizione societaria in cui un dirigente ombra (Baldini) ha più potere di un dirigente con nomina lampante, in cui un presidente che non viene a Roma da due anni e quasi un mese a una settimana da Roma-Sampdoria si autointervista per criticare l’offerta di un potenziale nuovo proprietario mettendone in dubbio le potenzialità economiche riconosciute da Forbes? Come oscurare le decine di striscioni di dissenso, le trattative di mercato in uscita, un bilancio che più rosso non si può? Come creare un film dal lieto fine quando a fine primo tempo saltano copioni, sceneggiatori, attori?

Non ci riusciamo, non ci riuscirebbe nemmeno Lynch. Pensiamo e speriamo che la Roma, i tifosi della Roma, la piazza di Roma meritino molto di meglio. Sappiamo che quest’anno difficilmente sarà così anche se l’Europa League d’agosto resta una affascinante speranza di una realtà distopica che nostro malgrado abbiamo vissuto in questo maledetto 2020. Siamo preoccupati per la Roma, perché essere innamorati non preclude la critica dei difetti. Semmai apre la possibilità di migliorarli. La cosa più preoccupante per il tifoso Romanista, infatti, non è la mancanza d’entusiasmo del famigerato ambiente esterno a Trigoria, ma la mancanza di chiarezza di ciò che sta avvenendo dentro Trigoria.

FONTE F. BALZANI

Fonseca: “Abbiamo regalato la partita. Nella ripresa il Milan è stato migliore di noi”

Paulo Fonseca, allenatore della Roma, ha parlato ai media dopo il match perso contro il Milan:

FONSECA A DAZN

Perché la Roma è calata nella ripresa?
Penso che nel primo tempo sia stata una partita equilibrata, abbiamo controllato. Nella ripresa, invece, dopo 10’ il Milan ha pressato più alto ma senza creare occasioni. Dopo abbiamo regalato la partita con un nostro errore, come fatto contro la Sampdoria. Le cose si sono complicate, il Milan era più fresco. Nella ripresa il Milan è stato migliore di noi”.

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Credete ancora nella Champions?
Dobbiamo pensare a vincere la prossima partita che diventa la più importante”.

Difficoltà tra primo e secondo tempo?
La verità è che anche nella ripresa il Milan non ha creato molto, abbiamo controllato bene. La squadra era più bassa, aveva difficoltà contro la pressione del Milan e qui ha influenzato sicuramente la condizione fisica. Non è una scusa, ma il Milan ha avuto due giorni in più per preparare la partita, poi avevano già giocato una partita più di noi. Abbiamo perso 2-3 volte il pallone all’inizio dell’azione ma penso che anche in questa situazione non possiamo regalare un primo gol come abbiamo fatto con la Sampdoria. Ho visto quasi tutte le partite, in questo inizio di ritorno in campo le squadre non creano molte occasioni da gol, noi purtroppo regaliamo le occasioni e diventa tutto più difficile”.

Cosa può preoccuparti da qui alla fine?
Soprattutto la questione fisica, non abbiamo molto tempo per recuperare. Non sarà facile mantenere la regolarità quando si cambiano tanti giocatori, però siamo pronti e preparati per lottare sino alla fine”.

Quanto ha inciso la situazione di Smalling e Mkhitaryan?
Non sono preoccupato e nemmeno i calciatori, loro giocheranno questi mesi in campionato e non abbiamo dubbi a riguardo”.

FONSECA A ROMA TV

Cosa è successo nel secondo tempo?
Abbiamo fatto un buon primo tempo controllando, non abbiamo concesso occasioni al Milan. Abbiamo avuto un’occasione con Dzeko e altre palle che potevamo giocare meglio all’ultimo, nella ripresa però loro hanno iniziato una pressione maggiore e ha giocato meglio di noi, senza però creare occasioni. Alla fine abbiamo regalato dei gol, come successo contro la Sampdoria. In questo momento in cui si crea poco, sbagliare così è difficile recuperare. Siamo stati poco reattivi, e dopo il primo gol è diventato tutto più difficile”.

Come mai c’è poca attenzione nei retropassaggio?
Non è facile capire, in questi due gol che abbiamo preso non abbiamo fatto pressione sul portatore di palla”.

Il Milan ha giocato con gli stessi della scorsa partita e ha fatto solo 3 cambi, come lo spiega?
Il Milan è alla terza partita e ha avuto due giorni in più di noi per prepararla, questo fa la differenza. La gara con la Samp ha avuto un impatto fisico forte su tutti, era impossibile non cambiare i giocatori, come li cambieremo alla prossima. Ora è difficile gestire, le squadre che hanno più giocatori hanno un vantaggio. Questo per noi ora non è un vantaggio, perché chi ha giocato contro la Samp era molto stanco”.

Come mai la squadra manca sempre il salto di qualità?
Non è stata una questione di atteggiamento, ma penso che possiamo fare di più, possiamo correre di più in alcuni momenti, ma penso che la squadra con fiducia e serenità ha giocato bene, poi quando prendiamo un gol come quello di oggi è difficile riprenderla”.

Spinazzola: “Nella ripresa abbiamo faticato. Hanno avuto un pressing diverso”

Leonardo Spinazzola, terzino della Roma, ha parlato ai media dopo la sconfitta contro il Milan:

SPINAZZOLA A ROMA TV

Cosa è mancato alla Roma?
Penso che nel primo tempo abbiamo gestito bene, in fase difensiva eravamo corti, abbiamo avuto qualche occasione in contropiede. Nella ripresa abbiamo sbagliato ad abbassarci, loro hanno pressato più alto, poi abbiamo sbagliato due palle che con la loro qualità ci hanno fatto male”.

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Si tratta di un problema fisico?
Fisico non penso, noi abbiamo cambiato tanto e loro erano gil stessi di mercoledì. Penso solo che loro hanno trovato più spazi e dopo è più facile segnare”.

Perché giocate sempre la palla in avanti?
Nel primo tempo abbiamo giocato molto in avanti, potevamo tenerla di più, nel secondo tempo non abbiamo trovato gli stessi spazi, loro hanno giocato meglio e sulle seconde palle arrivavano prima loro. Poi in campo vediamo cose e in tv col mister altre, la riguarderemo”.

Dopo un buon primo tempo cosa è successo?
Volevamo giocare come nel primo tempo, prenderci gli spazi e andare sulle fasce, ma nella ripresa abbiamo faticato. Il mister non ci ha detto di cambiare, loro hanno avuto un pressing diverso e noi non siamo riusciti a fare il nostro fraseggio. Secondo me ci siamo allungati troppo, dopo era più difficile tornare indietro e raggrupparci. Gli spazi erano lunghi e loro davanti hanno ottime qualità in fase di fraseggio, facevano degli 1-2 molto buoni. Se pressano alti devi buttare palla e diventa una rincorsa. Nel primo tempo avevamo più spesso la palla ed eravamo più corti”.

Accordo tra Roma e Lipsia per Schick: potrà giocare la Champions ad agosto

Ok della società giallorossa per far giocare al ceco (che si è fermato per un piccolo problema al ginocchio) la coppa ad agosto. Stallo per l’acquisto a titolo definitivo

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A differenza di Timo Werner, che in virtù della firma con il Chelsea non giocherà la fase finale della Champions League, Patrik Schick rimarrà al Lipsia fino al termine della coppa. L’accordo tra la Roma e il club tedesco, come riporta “Bild”, è ormai prossimo alla definizione: l’attaccante rimarrà in prestito in Germania per i mesi di luglio e agosto e dunque potrà giocare la competizione europea. Situazione di stallo, invece, per la trattativa sull’acquisto a titolo definitivo.

Mercoledì l’agente di Schick Pavel Paska ha incontrato nuovamente i dirigenti del Lipsia: i tedeschi vorrebbero tenerlo, ma i 20 milioni offerti alla Roma non bastano. I giallorossi chiedono i 29 stabiliti in estate e credono di poter ricevere altre offerte vicine a quella cifra anche dalla Premier League, vista la positiva stagione in Bundesliga di Schick, autore di dieci gol in ventidue presenze. Con questi numeri terminerà il campionato: l’attaccante ceco dovrebbe saltare l’ultima partita contro l’Augsburg a causa di un problema al ginocchio rimediato giovedì in allenamento. Nagelsmann non dovrebbe rischiarlo nonostante ieri si sia allenato col resto del gruppo.

Milan-Roma, il derby d’America. La rincorsa di Singer e Pallotta tra conti in rosso e ambizioni da big

Le previsioni di bilancio dicono meno 100 milioni per il Milan e oltre 120 per la Roma, ma il futuro passa dal nuovo stadio e dalla Champions. Anche per dimenticare il Covid

Il sogno americano non è ancora stato realizzato, però si sta lavorando per renderlo realtà, scrivono Massimo Cecchini e Marco Pasotto su La Gazzetta dello Sport.

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Strada lunga e tortuosa, ma se non altro Milan e Roma l’hanno tracciata. Un sogno chiamato top club, perché è questo l’obiettivo finale per il fondo Elliott, James Pallotta e coloro che arriveranno dopo. La Roma è in vendita, il Milan no. Non ancora. Ma è destinato a passare di mano nel momento in cui Paul Singer reputerà di averlo risanato e reso di nuovo appetibile sul mercato. Il sogno americano domani pomeriggio avvolgerà San Siro in uno scenario che in fondo non è per nulla casuale: è proprio dallo stadio che passeranno buona parte delle fortune future delle due società. Ci sarà un giorno in cui il Meazza e l’Olimpico non saranno più la casa di Milan e Roma, e sarà un giorno in cui Milan e Roma avranno finalmente una nuova casa proiettata nel futuro. Elliott è al timone rossonero dal 2018, Pallotta governa quello giallorosso dal 2011 e per il momento c’è ancora da stringere i denti. I bilanci piangono e i progetti sportivi non sono ancora decollati per il Milan e hanno avuto alti e bassi per la Roma.

Sullo sfondo resta l’iconica conquista di un posto in Champions, ovvero quelle decine di milioni che darebbero respiro alle casse.

Sul fronte romanista, l’impressione è che Pallotta viva il tormento del presidente che non vorrebbe lasciare senza vincere, ma nel contempo sa che il club necessita di cure e soldi che – soprattutto i soci – non c’è più voglia di mettere in campo. Intendiamoci, al netto della trattativa con Dan Friedkin ancora in corso sottotraccia, sarebbe prematuro dare giudizi ultimativi. Intanto a dettare leggere sono i numeri, e così l’assemblea societaria e il cda di ieri hanno ratificato come da qui entro fine anno (grazie alla proroga dovuta dal decreto Covid) il presidente ripristinerà le riserve legali grazie all’aumento di capitale già deliberato. Circa 90 milioni sono stati già versati, perciò ne arriveranno altri 42, a cui si spera si aggiungano quelli dei piccoli azionisti. Intanto le perdite dei primi 9 mesi sono di 126 milioni.

La strada maestra è solo una: centrare la qualificazione alla Champions. O arrivando fra le prime quattro, oppure vincendo l’Europa League. Entrambe imprese non impossibili. San Siro, però, sarà uno snodo decisivo, come per altri versi lo potrebbe essere il via libera al nuovo stadio, che la Roma sente più vicino. Pura musica per le orecchie di Pallotta, che per parte sua continua a lavorare anche sul fronte dello sponsor tecnico. Non è escluso, infatti, un passaggio dalla Nike alla Under Armour, qualora non si trovasse l’accordo per ridiscutere il contratto stipulato nel 2014. Ma questo è solo il futuro. Il presente è solo Milan-Roma. Ai soldi, ci si penserà dopo.

FONTE Massimo Cecchini e Marco Pasotto La Gazzetta dello Sport.

Milan-Roma, domani alle 17 a San Siro 32 gradi e 40% di umidità

La gara contro i rossoneri presenta insidie anche dal punto di vista della temperatura. Ecco perché Fonseca pensa a tanti cambi

“Con certe temperature non si può giocare”, questa la convinzione dell’Associazione Calciatori che ha portato ai tre nuovi slot orari della Serie A, quelli delle 17.15, 19.30 e 21.15. Di pomeriggio si disputeranno poche gare, appena otto da oggi al termine della stagione. O almeno fino alla 35° giornata, dal momento che anticipi e posticipi degli ultimi tre turni non sono stati ancora comunicati. Una di queste otto partite sarà Milan-Roma, la più importante di quelle che si giochera

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Il clima che le due formazioni troveranno a San Siro sarà incandescente: per quell’ora, a Milano, sono infatti previsti 32 gradi e il 40% di umidità (ma tra il mattino e la notte precedente si toccheranno punte anche del 78%). Anche per questo Paulo Fonseca ha intenzione di cambiare 4-5 giocatori nella formazione iniziale rispetto a quella contro la Sampdoria: pronti Mancini, Zappacosta e Spinazzola in difesa (ma Kolarov è ancora in vantaggio), Cristante a centrocampo e Pellegrini e uno tra Under e Kluivert in attacco.

Tornano d’attualità le parole di Vincent Goutterbrage, medico della FIFPro (la federazione internazionale dei calciatori), che un mese fa aveva proposto di abolire partite e allenamenti superati i 32°. Al momento, però, la regola ufficiale prevede soltanto il cooling break, obbligatorio proprio a partire da quella temperatura.

Fonseca anticipa Baldini

Il tecnico già imposta il lavoro per la prossima stagione scegliendo solo chi resterà. Il consulente di Pallotta gli ha indicato i titolari da sacrificare per le plusvalenze: formazione condizionata dal mercato

Dzeko, fuoriclasse infinito e capitano autentico, spinge Fonseca nella corsa Champions.  Il feeling tra l’allenatore e l’attaccante ha resistito all’epoca ed è ancora più evidente oggi, scrive Ugo Trani su Il Messaggero.

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Il solista che si sostituisce alla traccia. E la panchina che garantisce la correzione in corsa della formazione iniziale. Dopo un’ora, dentro 3 nazionali: Zappacosta, Cristante e Pellegrini. E a seguire pure Under e Kalinic.

ischio di uscire in anticipo dalla volata Champions c’è stato: a 5 minuti dalla fine erano 8 i punti di distacco dall’Atalanta e i giallorossi avrebbero dovuto farne 9 in più della rivale nelle ultime 11 giornate. La volée di Edin ha riaggiustato la classifica: – 6 dal 4° posto (- 7 per lo svantaggio nello scontro diretto).

Pallotta si tiene stretto Fonseca. Lo ha elogiato perché non si è mai lamentato. Nemmeno quando ha avuto mezza squadra in infermeria. E ovviamente perché ha evitato di chiedere qualche sforzo sul mercato. Il portoghese, confrontandosi con il management italiano della proprietà Usa (in primis con il consulente errante Baldini), è stato informato di quali saranno le operazioni soprattutto in uscita. E, tenendo ben presente le probabili dismissioni tecniche di fine estate, ha allestito la prima formazione del dopo lockdown.

A parte Pellegrini, non al meglio, ha escluso i possibili partenti: dal senatore Fazio, rimasto in panchina, al giovane Cetin (lo chiama il Verona), fuori dai 24 convocati come Jesus, già scartato ad inizio stagione. Come se non bastasse fuori Cristante, Under e Kluivert: possono garantire le plusvalenze per l’equilibrio finanziario del club (acacde ormai ogni anno). Pastore, titolare dopo quasi 7 mesi, in vetrina per l’estimatore esotico che gli paghi lo stipendio da 4,5 milioni netti. Non ha rischiato Mancini: meglio far debuttare l’acerbo Ibanez. Il tecnico ha limitato i suoi desideri alla conferma di Smalling (lo United ancora deve far sapere se la Roma potrà utilizzarlo in Europa League ad agosto) e Mkhitaryan (l’Arsenal lo lascia per ora in prestito anche per la coppa).

Si augura che a nessuno venga in mente, in caso di mancata qualificazione Champions, di cedere Pellegrini o Zaniolo. Ha sposato l’idea Pedro (già cerca casa nella Capitale). Ok a Vertonghen se non rimane Smalling. Brinderà ad un altro terzino (destro).

Milan-Roma, probabili formazioni e dove vederla in tv e streaming

Ecco tutte le informazioni sulla partita in programma domenica pomeriggio a San Siro

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Dopo la vittoria con la Sampdoria di mercoledì, la Roma ha già la testa proiettata a domenica per la seconda delle 12 sfide finali di campionato contro il Milan. I tre punti contro la squadra di Ranieri rilanciano le ambizioni europee dei giallorossi che sono a 6 punti dall’Atalanta che nel prossimo weekend affronterà l’Udinese.

Milan-Roma, le probabili formazioni di Fonseca

Per la sfida contro il Milan, Mirante rimane in vantaggio su Pau Lopez. In difesa possibile ritorno di Mancini al fianco di Smalling. Sulla destra meglio Zappacosta di Peres, mentre Kolarov mantiene la titolarità sulla sinistra. A centrocampo coppia Veretout e Cristante (Diawara non è sembrato nella sua condizione migliore). Trazione offensiva formata da Carles Perez sulla destra, Mkhitaryan a sinistra e Pellegrini alle spalle di Dzeko, unica punta.  Il Milan, invece, punterà sul 4-4-1-1 che ha fatto bene contro il Lecce e dunque senza ancora Ibrahimovic (forse sarà in panchina). In porta Donnarumma, mentre in difesa, da destra verso sinistra, ci saranno: Conti, Gabbia, Romagnoli e Theo Hernandez. A centrocampo Castillejo, Kessie, Bennacer e Bonaventura, mentre in attacco Rebic affiancato da Calhanoglu.

Milan (4-4-1-1): Donnarumma, Conti, Gabbia, Romagnoli, Theo Hernandez, Castillejo, Kessiè, Bennacer, Bonaventura, Calhanoglu, Rebic.

ROMA (4-2-3-1): Mirante; Zappacosta, Smalling, Mancini, Kolarov; Cristante, Veretout; Carles Perez, Pellegrini, Mkhitaryan; Dzeko.

Milan-Roma, dove vedere la partita in tv e streaming

. Milan-Roma sarà trasmessa in esclusiva su ‘DAZN’con prepartita sullo stesso canale a partire dalle 17.00 e fischio d’inizio alle 17.15. Il match non sarà visibile sulla piattaforma Now Tv.

Caos contratti, lo United gioca con la Roma: Smalling può saltare l’Europa League

Il Manchester ha accettato il mini-rinnovo, ma solo per il campionato. I giallorossi rischiano di perdere il centrale nella coppa

Il 30 giugno è alle porte e tecnicamente giocatori in prestito o in scadenza, in assenza di una norma ufficiale, possono decidere di chiudere martedì la loro esperienza lavorativa nell’attuale club.

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Come riporta La Gazzetta dello Sport, è un problema che colpisce anche Roma e Inter in Italia. E lo sfogo dell’a.d. nerazzurro Beppe Marotta prima della sfida col Sassuolo di mercoledì è un segnale tangibile: “Ci sarà qualche situazione anomala dal punto di vista regolamentare che andrebbe disciplinata.

Mi riferisco anche ai prestiti, sia in che out, che possono portare ad una disparità di intenti da un club all’altro… Servono delle norme… Spero la Fifa possa disciplinare il tutto”. Ma norme oggi non ce ne sono, così lo United tiene il pugno duro su Sanchez (Inter) e Smalling (Roma): il Manchester avrebbe aperto al prolungamento dei prestiti solo fino al termine dei campionati, ma non per l’Europa League, guarda caso competizione in cui anche lo United è in corsa e che garantirebbe l’accesso diretto alla prossima Champions. Insomma, la criticità è forte e la soluzione pare lontana. Inter e Roma trattano, lo United invece punta a fare cassa con la cessione definitiva dei due. Fosse per Smalling, resterebbe a Roma a vita come Mkhitaryan, per cui l’intesa con l’Arsenal è già stata trovata anche se l’obiettivo del club è l’acquisto definitivo.

fonte La Gazzetta dello Sport

Roma, Dzeko può partire: si lavora allo scambio Milik-Under

L’ingaggio del bosniaco potrebbe diventare insostenibile per i giallorossi e per questo motivo alcuni intermediari stanno lavorando al suo successore

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La Roma era stata vicina a Milik prima che il polacco prendesse la via di Napoli. Ora che le strade dell’attaccante e degli azzurri stanno per separarsi, i giallorossi potrebbero di nuovo tornare in corsa per accaparrarselo. Come? Secondo Il Tempo alcuni intermediari starebbero lavorando a uno scambio che prevederebbe il passaggio di Under ai partenopei, con Milik a fare il percorso inverso. Operazione difficile. Di mezzo c’è la Juventus, che vorrebbe l’ex Ajax per il post-Higuain. Il turco, riporta Sky Sport, in ogni caso piace agli azzurri che lo vorrebbero per sostituire Callejon.

L’idea dello scambio nascerebbe dalle difficoltà economiche della Roma, che ha rinnovato il contratto a Dzeko un anno fa a 7,5 milioni netti. Ora, senza gli introiti della Champions per il secondo anno di fila, quello stipendio potrebbe diventare insostenibile per le casse romaniste. Per questo gli stessi intermediari starebbero lavorando nell’ombra per cercare una nuova sistemazione al bosniaco.

fonte Sky Sport