Valeria Biotti …La pancia del tifoso “Quel cassetto delle emozioni urgenti”

Ci sono mille storie segrete, mille immaginate, nella vita di ognuno di noi. 

Storie di vita, d’amore, di sport. Mille campionati sognati e disegnati con gli occhi della mente fin nel minimo dettaglio. Giornata dopo giornata, impresa dopo impresa.

In quell’angolo del cuore – dove albergano le fantasie più autentiche e le speranze più ardite – noi abbiamo riscritto i rigori della finale di Coppa. Abbiamo vinto ogni derby, qualcuno sette a zero, molti altri uno a zero al novantesimo. Abbiamo strombazzato per le strade dopo almeno una mezza dozzina di scudetti. Un numero equo, senza esagerare, perché il bello è quando ce la fai contro ogni previsione, quando ti scoppia il cuore perché ciò che avevi chiesto davanti ad una chiesa – vergognandoti di entrare per chiedere proprio quello – improvvisamente diventa realtà.

Quello è il cassetto dei sogni urgenti. Da cui si tirano fuori i desideri da affidare alle stelle il 10 agosto e in cui, nel medesimo periodo, si appoggia l’ennesimo scudetto della prossima stagione. È il cassetto delle emozioni più pure, che non chiedono di passare al vaglio della testa. I bambini lo tengono sempre aperto. E noi tifosi non siamo da meno: lo spalanchiamo prima di una partita importante e a ogni sessione di mercato.

In questi giorni, c’è un gran disordine in quel cassetto. Perché le speranze del campionato in corso si mischiano con i nomi della prossima stagione. Il ragazzino sconosciuto che potrebbe diventare campione da noi, assieme ad una improbabilissima cavalcata finale da annali.

Sono i sogni di chi è a casa. E per riconoscere la domenica, in mezzo a giorni improvvisamente così uguali, vorrebbe solo una partita di calcio. Vorrebbe fare la sciarpata, saltare sul divano, vorrebbe staccare la testa e aprire quel cassetto delle emozioni urgenti per tirare fuori un tre a due, prima di tornare alla realtà. 

Con un pizzico di senso di colpa. Perché oggi, entrando in quella chiesa, prima dello scudetto, chiederebbe di tornare alla normalità. 

FONTE   Valeria Biotti    Corriere dello Sport 

Speaker e giornalista   ReteSport fm 104,200 

Dal lunedì al Venerdì dalle  15 alle 18

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Pellegrini: “Mi manca l’emozione più grande”

– “Giocare con la maglia della Roma per me è un’emozione infinita“. Parola di Lorenzo Pellegrini, romano, romanista e prossimo capitano della formazione giallorossa. Già così la sua carriera è un sogno, ma la Roma lavora da tempo con il suo agente per renderla ancora più bella: una delle priorità della società è infatti il rinnovo del suo contratto. “Mi sento – ha detto su Twitter della società –

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 come tutti i ragazzi con cui giocavo da bambino e che ora vengono allo stadio a tifare la Roma. È un’emozione quasi inspiegabile, tra le più belle che si possano provare“. Il numero 7 è destinato a raccogliere l’eredità di Totti e De Rossi: “Loro sono sempre stati i miei punti di riferimento, ma ammiravo anche Ronaldinho“. In molti paragonano il suo modo di giocare a quello dell’ex numero 10 giallorosso: “Mi fa piacere ma non sarò mai come Francesco: è una leggenda, un campione, come lui non ne nascerà un altro. Totti è Totti, io sono Lorenzo e cerco di fare il meglio per la Roma“.

FONTE  CORRIERE DELLA SERA – PIACENTINI

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Svalutazione choc per il cartellini. “Calo del 27,2%”

– In tempi di quarantena i social sono sempre più utilizzati da persone del mondo dello sport e dello spettacolo per comunicare. La diretta Instagram di Francesco Totti e Luca Toni ieri ha dato spettacolo.

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“Magari un giorno ti ricompri la Roma“, scherza Toni, con l’ex numero dieci pronto anche nella battuta: “Adesso costa anhe meno…“. Il riferimento è ai rallentamenti legati alla trattativa per il passaggio del club da Pallotta a Friedkin, trattativa frenata dalla recessione economica mondiale causata dal Coronavirus. Logicamente anche i prezzi dei cartellini dei giocatori sono stati pesantemente colpiti da questo shock: secondo i dati dell’osservatorio del Cies, a causa della pandemia, la Roma avrà un calo del 27,2% del valore della propria rosa, passando da 530 a 393 milioni.

FONTE    LA REPUBBLICA – FERRAZZA 

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Cessione Roma, slitta ancora la trattativa Pallotta-Friedkin. Accordo da riscrivere

Bloccata a un passo dalla fine la trattativa tra la Roma e il Friedkin Group a causa dell’emergenza Coronavirus. Da un punto di vista finanziario, semmai si rifarà, sarà un accordo completamente diverso e tutto da riscrivere.

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Soprattutto nel volume d’affare che a un passo dall’accordo aveva superato i 700 milioni. Tutto cancellato dopo mesi di incontri e Due Diligence dalle ripercussioni su tutti i campi, compreso quello sportivo. Lo riporta Sky Sport.

FONTE    Sky Sport

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Informazione di servizio ……….. Speranze da un vecchio farmaco antimalarico: “In laboratorio funziona contro il virus”

Nuove speranze contro il coronavirus potrebbero venire da un vecchio farmaco. Al laboratorio di virologia del San Raffaele di Milano sono stati condotti test in laboratorio su Plaquenil, farmaco in uso da quasi 70 anni contro la malaria. E i test hanno dato risultati oggettivamente incoraggianti. Lo ha annunciato sul suo sito Medical Facts il virologo Roberto Burioni.

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Nel 2005, ricorda Burioni, “alcuni ricercatori statunitensi si sono accorti” che l’antimalarico “aveva in laboratorio una forte attività antivirale contro il coronavirus responsabile della SARS, sparito nel 2004. Siccome l’attività antivirale era diretta contro un virus non più esistente la notizia era passata inosservata. Naturalmente quando è saltato fuori questo nuovo virus, cugino di quello della SARS, molti hanno pensato di utilizzare il Plaquenil per curare questa infezione”.

L’efficacia di questa terapia non è ancora chiara e non sono neanche chiari i meccanismi attraverso i quali il Plaquenil infastidisce la replicazione virale. E siccome fare gli esperimenti sulle persone è sicuramente più complicato, spiega il virologo, “molti ricercatori hanno pensato di studiare l’effetto del Plaquenil sul nuovo coronavirus in laboratorio, tra questi noi. Per studiare un virus in laboratorio bisogna prenderlo e metterlo a contatto con cellule nelle quali si possa replicare: in generale l’effetto è la loro completa distruzione. Dunque: abbiamo preso il coronavirus e l’abbiamo messo a replicare, aggiungendo una quantità di Plaquenil abbondantemente raggiungibile nel polmone dopo la somministrazione del farmaco”

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 ​”Però – aggiunge Burioni – abbiamo esplorato non una, ma tre possibilità. Nella prima abbiamo aggiunto il Plaquenil DOPO l’infezione delle cellule con il virus, simulando la situazione in cui si troverebbe un paziente se il farmaco gli venisse somministrato al momento della diagnosi, quando è già infettato. Poi abbiamo provato ad aggiungerlo solo PRIMA dell’infezione delle cellule, simulando l’uso del Plaquenil in profilassi. E poi abbiamo fatto anche un terzo tentativo: l’abbiamo aggiunto sia PRIMA che DOPO l’infezione delle cellule, simulando una somministrazione continuativa del farmaco”. I risultati sono stati che l’esito nettamente migliore per le cellule infettate si è avuto con il farmaco somministrato prima e dopo l’infezione.

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“Chiaramente questo non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza – aggiunge il virologo – i dati che abbiamo ottenuto suggeriscono che una sperimentazione clinica di questo farmaco dovrebbe essere svolta somministrando il farmaco non solo quando il paziente sta già male, ma già prima dell’infezione agli individui che sono a maggior rischio. Non correte a comprare il Plaquenil e non assumetelo di testa vostra – raccomanda – mentre l’efficacia non è ancora certa, gli effetti collaterali del farmaco sono comunque possibili. In ogni caso, però, se uno studio clinico riuscisse a confermare che il Plaquenil è utile nel modo in cui questo studio suggerisce, ovvero associando profilassi e terapia, avremmo fatto un passo verso il ridimensionamento di questo virus. Un passo che, per esempio, potrebbe rappresentare una protezione in più per tutti i colleghi in primissima linea nella gestione clinica de pazienti infetti. Quanto grande sarà questo passo non possiamo saperlo, ma è di questi passi che è fatto il ritorno alla vita normale. Vorrei qui ringraziare – oltre a Massimo Clementi che coordina tutto il laboratorio – anche Nicasio Mancini e Nicola Clementi che hanno diretto il gruppo di giovanissimi ricercatori che ha svolto questo lavoro: Elena Criscuolo, Roberta Antonia Diotti, Roberto Ferrarese e Matteo Castelli. Perché fare gli esperimenti con questo virus non è una cosa da poco: bisogna maneggiarlo, e maneggiare un virus potenzialmente letale è cosa che significa letteralmente rischiare la vita mentre si fanno gli esperimenti”.

FONTE   AGI

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Zaniolo: “Mi sento sempre meglio. Siamo un gruppo molto unito e bellissimo”

Nicolò Zaniolo, giocatore della Roma e della nazionale, ha risposto alle domande dei tifosi tramite una diretta sul social network Instagram:

Sulle iniziative della Roma contro il Coronavirus
“E’ stata una grandissima cosa. Aiutare lo Spallanzani che era in difficoltà. Grazie ai tifosi siamo riusciti ad arrivare a 500 mila euro. Grazie a Roma e tifosi, si sono dimostrati una famiglia”.

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Come stai?
“Ora sta andando tutto molto bene. Mi sento sempre meglio. Faccio gli allenamenti con le video chiamate con il professore. Le stesse cose che facevo a Trigoria faccio a casa. Spero di riprendermi il prima possibile”.

Come funziona la giornata dentro casa?
“Non è cambiata più di tanto. Prima andavo al campo e poi stavo a casa tutto il giorno. Ora mi manca andare al campo, ma dobbiamo aspettare che passi questa brutta situazione. Ho finito i film su Netflix ora (ride, ndr)”.

A Fifa ti arrabbi se prendi te stesso e sbagli? 
“Si lo offendo. Nessuna pietà, ma mi dò sempre comunque la palla”.

Il tuo gol più bello?
“Per me il più bello è stato contro il Napoli. Poi sono tutti belli da ricordare”.

Te li riguardi?
“Si, soprattutto in questo periodo su YouTube e mi emoziono sempre”.

Come si fa a diventare forti come te?
“Basta allenarsi sempre bene e non perdere mai la passione. Se le doti le hai emergi”.

Hai sentito la vicinanza dei tifosi dopo l’infortunio?
“Si, anche lì devo ringraziarli. Appena mi sono infortunato ho ricevuto migliaia di messaggi e mi si è riempito il cuore. Ho sempre ricevuto belle parole da tutti”.

Serie Tv preferita?
“Ho finito poco tempo fa Elite e mi è piaciuta molto. Ora mi sto concentrando sui film thriller”.

Vi sentite ora tra compagni di squadra?
“Si ci sentiamo e ci scambiamo battute su Whatsapp. Quello più attivo è Spinazzola. Anche Jesus”.

Cosa significa segnare sotto la Sud?
“E’ il sogno di tutti. Ogni giocatore nella Roma penso abbia questo desiderio. Io ho avuto la fortuna e posso spiegare l’emozione. Quando la palla entra non ci pensi neanche, prendi e vai sotto la Sud”.

Come ti sentivi prima che Di Francesco ti dicesse che saresti stato titolare con il Real?
“Quando il mister mi ha detto che avrei giocato ho guardato il soffitto fino a sera. Ero tesissimo”.

Contro il Real riesci a mettere da parte le emozioni?
“E’ dura. Quando sali le scale e vedi 80 mila persone non è facile poi mettere da parte le pressioni. Io sono fortunato perché sono uno che non le patisce molto”.

Il 22 di maglia ha un significato particolare?
“L’ho scelta perché è la data di nascita di mia mamma e perché il mio idolo è Kakà e volevo il suo numero”.

Com’è giocare con Mkhitaryan?
“Miki è un grande giocatore. Mi dà tanti consigli. E’ una persona bravissima fuori e dentro dal campo. In campo è un fenomeno”.

Hai mai pensato di non essere all’altezza?
“No, se alla fine ci sei significa che li puoi starci. Ci sono momenti in cui stai meno bene fisicamente, ma basta tirar fuori il meglio di se stessi”.

La tua emozione più grande con la Roma?
“L’esordio al Bernabeu sicuramente. La doppietta con il Porto anche è un ricordo indelebile”

Con chi ti trovi meglio in squadra?
“Siamo un gruppo molto uniti. Italiani e non. Ci sono poi compagni con cui mi trovo meglio come Pellegrini e Spinazzola, ma sono tutti ben disposti a tenderti una mano. Quest’anno abbiamo un gruppo bellissimo”.

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Problemi economici per il Lipsia dopo lo stop. Schick non verrà riscattato

Lo stop dei campionati sta avendo ripercussioni anche sull’economia delle varie squadre, che potrebbe avere problemi nel garantire gli stipendi ai propri giocatori o esercitare i riscatti dei prestiti.

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E proprio in merito a quest’ultimo argomento, come riferisce il magazine tedesco Kicker, c’è la decisione del Lipsia che non riscatterà i giocatori in prestito della sua rosa.
Quindi, sulla base di questa decisione, Patrik Schick al termine del prestito rientrerà alla Roma nonostante si sia messo in mostra convincendo il club tedesco. Non una decisione dovuta a carenze tecniche, ma per semplici motivi economici che potrebbe presentarsi anche per altri club e non solo per il Lipsia.

FONTE  Kicker

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Ipotesi calendario: Serie A rush 3 giugno – 12 luglio, poi Champions e Europa League

Figc e Lega sembrano già d’accordo. Si partirebbe subito con Atalanta-Lazio

Facciamo uno sforzo da appassionati e lasciamo stare per un attimo i dati neri delle curve del coronavirus. Oggi Federcalcio e Lega incontrano il Governo per provare a dare vita a un calendario estivo che porti a compimento la serie A 2019-2020. Si tratta di un piano B, evidentemente, perché al momento il piano A è che, se non si ferma la pandemia, non ci sarà calcio che tenga, in Italia, in Europa e nel mondo, scrive Marco Lobasso su Leggo.

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Così, con coraggio, si lavora sulle settimane là da venire. Figc e Lega sembrano già d’accordo. Sarebbe bello: il 3 giugno subito Atalanta-Lazio, per esempio. Poi un rush, compresi i mercoledì, per giocare fino al 12 luglio per uno scudetto dal sapore d’estate piena. Insomma, se tutto questo incubo finisse come d’incanto, sarebbe un sogno per gli sportivi: invece della pausa estiva, 124 partite di campionato (le 4 di recupero non avrebbero ancora una data, ma di questi tempi sembra quasi un dettaglio), poi coppa Italia (che sono solo 3 partite) e coppe europee fino ad agosto.

Qualcuno ci deve pur pensare, qualcuno deve pur fare questo sporco lavoro di vedere un futuro per il calcio italiano, nonostante il dramma. E i vertici nazionali ci stanno pensando, anche perché ci sono in gioco tanti soldi, monte ingaggi da verificare (e prestiti in scadenza fino al 31 luglio). Del resto, il presidente federale Gravina è stato chiaro: niente serie A futura a 22 squadre, bisogna tentare di finire a tutti i costi il campionato. Obiettivo da realizzare è che le date italiane ipotizzate siano le stesse anche dei maggiori campionati in Europa. Difficile: l’onda del virus sta invadendo l’Europa in tempi e in modi così diversi da regalare poche speranze.

Il mercato, si vocifera, potrebbe avere una finestra ampia, tra settembre e ottobre. E riposo per quest’anno solo tra il 2 e il 22 agosto, con buona pace delle vacanze lunghe dei calciatori. Ci sarebbero notizie significative anche per le coppe europee che la Uefa vuole completare a tutti i costi. Per Champions ed Europa League prende vita l’ipotesi per nulla peregrina di partire il 18 luglio e finire domenica 2 agosto. Sulle nuove date della serie A, comunque, ci sono già le liste dei sì e dei no.

Favorevoli: Lazio, Napoli, Sassuolo, Cagliari, Roma, Juve. Scettici: Atalanta, Milan, Verona, Parma, Bologna, Spal. Contrari: Inter, Brescia, Udinese, Genoa, Sampdoria, Torino, Fiorentina, Lecce. Solità unità d’intenti…

FONTE    Marco Lobasso su Leggo.

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Prandelli: “Ho già perso troppi amici. Ora non mi va più di parlare di calcio”

L’ex allenatore della Roma e della Nazionale: “Ogni giorno piangiamo tanti, troppi morti, cosa volete che interessi alla gente il pallone?”

In pena per la sua Orzinuovi, in pena per la sua Brescia. Cesare Prandelli dalla sua casa di Firenze vive ogni giorno in attesa di buone notizie dalla sua terra d’origine, martoriata dal Coronavirus.
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Passo le mie giornate facendo finta di fare l’agricoltore – racconta -, ho degli ulivi in giardino e cerco di curarli il meglio possibile. Poi dalle 18 in poi tutti davanti al televisore per guardare i telegiornali e le trasmissioni, sperando che qualcosa cambi”. L’ex ct dell’Italia, scrive ‘Tuttosport’, non riesce a parlare di pallone: “In questo momento il calcio deve passare in secondo piano, per quanto mi riguarda è l’ultimo dei miei pensieri. Ogni giorno piangiamo tanti, troppi morti, cosa volete che interessi alla gente il pallone? Con questo dramma mondiale siamo a una svolta epocale, cambierà la scala di valori”.
L’ex allenatore della Roma si trovava ad Orzinuovi: “Ero lì anch’io fino a un paio di giorni prima che scoppiasse il tutto. Per fortuna con le mie sorelle avevamo blindato per tempo mia mamma che ha 90 anni e che viene curata da due badanti che si alternano nel corso della giornata. Mia mamma sta bene per fortuna, ma in paese ho già perso tanti amici e altri. Si muore in solitudine, i parenti non possono salutare i propri cari e ai funerali sono ammesse pochissime persone. E’ una tristezza nella tristezza. Questa è la terza guerra mondiale e stiamo perdendo uomini e donne che hanno fatto la storia del nostro Paese”
FONTE     .‘Tuttosport’
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Fonseca: “A Roma mi sento al sicuro. Esco solo per andare al supermercato”

Paulo Fonseca, tecnico della Roma, ha rilasciato un’intervista per il sito SicNoticias.pt a cui ha parlato dell’emergenza Coronavirus in Italia:

Come sta affrontando la quarantena?
“Praticamente esco solo per andare al supermercato. Negli ultimi cinque giorni solo ieri, per andare al supermercato”.

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Ha mai pensato di tornare in Portogallo?
“Mi sento al sicuro qui, il club ci offre le migliori condizioni per degli eventuali problemi, abbiamo tutto a disposizione. Ad esempio, qui a Roma c’è uno dei principali ospedali”.

Come gestisce il lavoro con la squadra?
“Siamo sempre in contatto con la squadra, è importante non fermarci completamente in questo momento. Il preparatore atletico Nuno Romano è quello che ha più lavoro in questo momento”. 

Cosa fa nel tempo a casa?
“In questo momento, devo essere sincero, ho molto più tempo da dedicare a mio figlio e a mia moglie che al calcio. Ovviamente sto leggendo, sto guardando anche dei giocatori che ci potrebbero interessare per il futuro”.

FONTE   SicNoticias.pt

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Totti: “A casa sono come un ospite. La mia paura più grande? Smettere di giocare, ma l’ho superata”

​L’ex capitano della ​Roma, Francesco Totti, ha rilasciato un’intervista al programma ‘Dazn calling’. Riportate da calciomercato.com, ecco le parole di Totti sulla sua quarantena:

“Lo schieramento di casa Totti mi vede totalmente in difesa, come la maggior parte dei mariti italiani: stai a casa però è come se fossi un ospite. Per quanto riguarda i bambini, l’unica che ci dà un po’ da fare è Isabel. Durante la giornata incontrando Ilary, la saluto dicendole: “Buonasera signora, tutto bene? Le serve qualcosa?”. Questa è la mia giornata, capito?”.

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Sulle gioie in carriera:

“I più belli sono la vittoria dello scudetto e la vittoria del Mondiale. Nel Mondiale venivo da un brutto infortunio, era difficile che potessi partecipare a quest’evento ma con la determinazione e la voglia sono riuscito a ottenere ciò che mi ero prefissato”. 

Sulla sua paura più grande:

“E’ stata sicuramente quella di smettere di giocare, visto che è stata la mia vita, è stato tutto. Fortunatamente avendo vicino la mia famiglia, i miei amici e i miei bambini sono riuscito a voltare pagina tranquillamente”. 

Sul tempo trascorso al telefono:

“E’ impensabile non esserci tra messaggi, videochiamate e quello che sta succedendo. I miei ex compagni mi stanno mettendo troppo in mezzo con queste challenge, però io su Instagram non sono proprio un navigatore. Chiamo Cristian e Chanel che sono addetti a queste cose e mi aiutano. Aiutiamoci tutti insieme e rimaniamo a casa, mi raccomando”.

FONTE   

Alessandro Bitto
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De Laurentiis come Lotito: vuole il Napoli presto in campo nonostante il coronavirus

Il patron degli azzurri spinge per far tornare velocemente la sua squadra ad allenarsi: ieri lo scontro con Marotta

Non c’è solo Claudio Lotito nella fronda dei presidenti di Serie A che spingono per far ripartire il più presto possibile il campionato. L’altro è Aurelio De Laurentiis, che ieri – secondo “La Gazzetta dello Sport” –

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durante la riunione in video conferenza della Lega calcio, si è scontrato con l’amministratore delegato dell’Inter Beppe Marotta. Il numero uno del Napoli vorrebbe la squadra in campo nel più breve tempo possibile e per questo si è accesa un’altra polemica come era successo il giorno prima tra Lotito e Agnelli. De Laurentiis chiede che la sua squadra torni ad allenarsi più velocemente di quanto invece vogliano gli altri club di Serie A. Ma non è finita qui: anche Lotito ieri ha “attaccato” Marotta: “Non vuole giocare chi ha mandato via tutta la squadra”. Un chiaro riferimento alle partenze dei vari Brozovic e Handanovic. La Roma, così come l’Inter e la Juventus, non esclude nulla ma invita a pensare “come se” non si riuscisse a giocare, in modo da non arrivare impreparati.

FONTE    “La Gazzetta dello Sport” 

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Pallotta-Friedkin, tempi più lunghi: si rifanno i conti

 – Tutto congelato, tutto prorogato. O quasi. La trattativa per passaggio societario da James Pallotta a Dan Friedkin, in tempi normali, sarebbe già ben definita e conclusa, vincolata da contratti preliminari firmati e da strette di mano a favore di camera.

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E invece l’emergenza sanitaria mondiale costringe a rivalutare l’intera operazione dal punto di vista economico, con le inevitabili ripercussioni che avranno tutte le aziende. In primis come contraccolpo finanziario e difficoltà progettuali nel medio-lungo periodo. Prima dello stop imposto come effetto collaterale del Coronavirus, la Roma, nel passaggio tra i due uomini d’affari statunitensi, era valutata intorno ai 700 milioni, cifra da rivedere nella trattazione quando si tornerà a una simil-normalità. Capendo anche i passaggi e le lungaggini legate alla questione stadio.

FONTE    LA REPUBBLICA 

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Ricominciare o fermarsi, i club sono pessimisti. La FIGC: “Proviamoci”

 – L’unica ipotesi che ci si sente di escludere è quella di una ripresa ad inizio maggio. Persino quella di tornare a vedere correre i calciatori sui campi della Serie A a metà maggio non è del tutto esclusa. Intanto si registra il passo indietro di Lotito: la ripresa degli allenamenti della Lazio è rinviata a data da destinarsi. Non si arrende invece De Laurentiis, entrato in accesa polemica con Marotta,che predica prudenza.

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L’Uefa ha dato priorità ai campionati nazionali rispetto alle coppe, che potrebbero essere concentrate nelle ultime due settimane di luglio. C’è poi la possibilità di far giocare campionato e coppe nello stesso periodo. Per alcuni club di A sarebbe un azzardo continuare oltre il 30 giugno, mentre il Presidente Federale Gabriele Gravina ha più volte ribadito la volontà di voler portare a termine i campionati.

Da capire poi se la ripresa sarà coordinata per tutte le leghe: c’è infatti da credere che in alcuni paesi l’emergenza si protrarrà più a lungo, semplicemente perché insorta più tardi rispetto a quanto successo in Italia.

I club pensano alle soluzioni, ma mentre si parla di taglio agli stipendi dei calciatori a spaventare di più sono i mancati introiti da diritti tv.

FONTE    LA GAZZETTA DELLO SPORT 

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Sponsor, i contratti s’allungano…

 – Avanti senza alcuna frizione. Ad inizio settimana il Ceo Fienga, il Coo Calvo e Brambilla, tornato ufficialmente in carica alla Roma dal 27 gennaio con il ruolo di direttore commerciale, hanno tenuto una video-conferenza con i rappresentanti di tutti gli sponsor del club per analizzare il momento del calcio e della società di Trigoria dopo lo stop dovuto al coronavirus.

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Nel colloquio con i 29 partner – Nike, Qatar Airways e Hyundai rappresentano i main global sponsor – sono state fornite informazioni su quello che si sta decidendo per l’attuale campionato. Il club, se la Serie A non arrivasse al termine, ha intenzione di “risarcire” gli sponsor che non dovessero rinnovare gli accordi in essere, mantenendo la visibilità anche per i primi 3-4 mesi della prossima stagione, ma al momento non è stato affrontato il tema del prolungamento dei contratti. Ovviamente il blocco delle competizioni, anche per questo, rappresenta un danno economico per la Roma, che era sul punto di firmare un nuovo accordo con un’azienda di food delivery e che aveva già dovuto rinunciare al contratto con Betway a causa del decreto dignità.

FONTE  IL TEMPO – BIAFORA 

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Veretout, il pilastro di Fonseca

– Tra i pilastri della Roma di Fonseca prima dello stop alle competizioni c’era sicuramente Jordan Veretout. Il mediano francese è al sesto posto assoluto per minutaggio in stagione, alle spalle di Pau Lopez, Dzeko, Kolarov, Mancini e Smalling.

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Spesso si è discusso della necessità di farlo rifiatare, ma ora, come tutti, sta approfittando dello stop forzato per ricaricare le batterie: “Penso che la decisione più saggia sia quella di restare a casa. Speriamo di riprendere il più rapidamente possibile ed essere il più presto possibile pronti per giocare, però bisogna fare attenzione e non giocare con la salute delle persone“, ha detto a Canal Plus. Ha poi proseguito parlando dell’impegno della Roma contro il Coronavirus: “La Roma in Italia è una grande società, ha fatto dei bellissimi gesti nei confronti della popolazione e i tifosi hanno seguito l’esempio. Il club ha un grande cuore, possiamo esserne fieri“.

FONTE    IL TEMPO – BIAFORA 

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