De Laurentiis: “Per Alisson ho offerto 60 milioni”

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Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, è stato intervistato da Il Corriere dello Sport. Queste le sue dichiarazioni:

“Ho offerto 50 milioni per Chiesa e 60 milioni per Alisson. Prendo anche Lainer, pagherò la clausola per Fabian Ruiz. In porta Areola, Navas o Meret”.

Alisson al Real Madrid? La Roma ha già due piani

Se gli spagnoli arrivano a 70-75 milioni, il brasiliano può partire. Poi si punterà su Areola oppure sull’accoppiata Olsen-Meret

Nel mondo ideale dove Alisson vorrebbe vivere, il trasferimento al Real Madrid dovrebbe avvenire prima del suo esordio al Mondiale, così da regalargli tutta la serenità di cui ha bisogno, scrive Massimo Cecchini su “La Gazzetta dello Sport“. Improbabile che possa accadere, anche perché la forbice tra domanda e offerta è sensibile. Il portiere dei sogni di Florentino Perez è De Gea, però il Manchester United non chiede meno di 90 milioni, quindi è logico che il Real non voglia arrivare ad oltre 65-70 milioni per Alisson. C’è da limare, e chissà che Pallotta non sia stato profetico parlando di 78 milioni. La Roma, poi, dovrà comperare e pare avere le idee chiare, potendo contare tra l’altro su un preparatore di portieri super come Marco Savorani, a cui sia Szczesny che Alisson devono molto. Il progetto pare chiaro: prendere o il francese Areola(Psg), 25 anni, oppure puntare sul giovane talento italiano Meret, 21 anni, (Udinese), affiancato dall’esperto svedese Olsen, 28 anni (Copenaghen). Vogliamo chiamarli Piano A e Piano B? Facciamo pure, anche la certezze assoluta che l’uno sia meglio dell’altro non c’è, visto che parliamo di tre portieri nel giro delle rispettive nazionali e i due stranieri, per giunta, adesso al Mondiale. La scelta di Areola (guidato da Mino Raiola) «costringerebbe» il francese ad essere pronto subito, mentre Meret potrebbe crescere con un po’ più di calma con la tutela dell’esperto Olsen. In entrambi i casi, comunque, gli investimenti non sarebbero banali: Areola ha il contratto in scadenza nel 2019 (e non vuole fare panchina a Buffon), lo svedese nel 2020 e l’italiano nel 2022. Più dietro Leno de Bayer Leverkusen.

Sul fronte del centrocampo, logico che la Roma si voglia muovere solo dopo la cessione di Nainggolan. Una volta trovato il punto d’incontro con l’Inter, si partirà all’attaco di Hakim Ziyech. In difesa sempre più calda la pista che porta a William Bianda, 18 anni, del Lens. In questo stallo (solo apparente) qualcosa però si muove. Il baby talento Riccardo Calafiori (classe 2002) ha firmato il primo contatto da professionista, mentre sul fronte Florenzi la prossima settimana ci sarà l’incontro tra l’agente, Alessandro Lucci, e i dirigenti giallorossi. Argomento: il rinnovo di contratto dell’azzurro, che tra poco più di sei mesi potrebbe liberarsi gratis. Il nodo è l’ingaggio, che Florenzi vorrebbe al livello dei top della rosa, proprio mentre il club cerca di calmierare tutti gli stipendi. Impressioni? L’accordo è possibile a metà strada, altrimenti all’azzurro non mancano estimatori.

FONTE   M. CECCHINI

Padel e conferme. Nainggolan rivela: “Sì, mi vendono”

Radja verso l’addio alla Roma: ha capito di essere sul mercato. E con la società adesso è gelo

 

Radja Nainggolan torna a Roma dal Belgio, prende la racchetta da padel in mano ma stavolta non ci sono video strani a corredo. Non è Capodanno, fa caldo ma non abbastanza per evitare che un po’ di gente si metta a curiosare mentre il Ninja tira di là la pallina in un famoso circolo di Roma nord, dove Nainggolan si vede spesso. “Radja, resta qui!“, gli urla più di qualche tifoso giallorosso. Lui si gira, sorride, ma non risponde. E pure all’uscita evita commenti, scrive Davide Stoppini su “La Gazzetta dello Sport“. Cosa che non avrebbe fatto intercettato da altri tifosi due sere da a Fiumicino, ai quali avrebbe confessato: “Mi vogliono vendere…“.

Nainggolan sa perfettamente che la strada è tracciata. Che l’Inter e Luciano Spalletti hanno puntato forte su di lui per il ritorno in Champions. E che la Romanon ha fatto nulla per evitare questo corteggiamento. Anzi, si racconta anche di una chiacchierata non proprio urbana tra il direttore sportivo giallorossoMonchi e l’agente del Ninja, Alessandro Beltrami. La Roma avrebbe provato a sondare altre piste e la cosa non sarebbe andata a genio al centrocampista. Sulla testa di Nainggolan non può non pesare un corteggiamento, quello da parte dell’Inter, che dura da un anno almeno. Ecco perché Radja non potrà che ritrovare Spalletti. E il rapporto con la Roma all’improvviso si scopre più complicato che mai, se è vero che da Trigoria filtra anche un lieve fastidio per le continue uscite social del calciatore. Per la verità quella di ieri era assolutamente innocua. Radja, ancora deluso per la mancata convocazione per il Mondiale, ha postato un video nel quale canta a torso nudo in bagno l’inno belga, a mo’ di preparazione per l’esordio della sua nazionale lunedì contro Panama.

FONTE  D. STOPPINI  GDS

Ora la Roma ha fretta: “Pazienza al limite, subito le verifiche”

Incontro in Campidoglio con la Raggi: “Salvaguardiamo il lavoro di questi anni”. Salvini: “Si costruisca lo stadio”

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L’hanno già ribattezzata “Stadio capitale“. Un’inchiesta che continua a crescere, svelando la rete impressionante di relazioni politiche e affaristiche che il “sistema Parnasi” aveva messo in campo, per facilitare l’arrivo al traguardo del dossier Tor di Valle, confidando che un giorno si sarebbe rivelato l’apripista di nuovi e lucrosi affari, scrivono Catapano e Piccioni su “La Gazzetta dello Sport“. Un lavoro che rischia di dare un’altra spallata all’amministrazione Raggi, di mettere in imbarazzo il neonato governo giallo-verde e, per quel che interessa i romani e i romanisti, mettere una pietra sopra il progetto stadio.

“Spero non ci vadano di mezzo i romani e che chi ha sbagliato paghi – dichiara il ministro dell’Interno Matteo Salvini –. Però lo stadio qualcuno lo costruisca, perché la zona è in abbandono e merita di essere a disposizione dei cittadini“. “Spero che i magistrati facciano in fretta – aggiunge – e dicano presto se e chi ha sbagliato“. E fretta invoca anche il direttore generale della Roma Mauro Baldissoni, che ieri mattina ha chiesto e ottenuto udienza dalla sindaca. “Abbiamo ritenuto necessario fare un punto con lei per capire quali sono i passaggi procedurali da seguire per salvaguardare il lavoro fatto in questi anni”, dirà alla fine in un video congiunto con la Raggi, che poco dopo sarà ascoltata in Procura come testimone, chiamata a spiegare ai magistrati la natura del rapporto di consulenza con Lanzalone. “Noi partiamo da quanto affermato dalla Procura, per la quale tutti gli atti sono apparentemente corretti – dichiara la sindaca –. Tuttavia, per rispetto dell’amministrazione, dei cittadini, della società Roma, effettueremo immediatamente una verifica, e se sarà positiva, il lavoro ripartirà. Noi vorremmo proseguire questo progetto – ribadisce – nel solco della legalità“.

Facile a dirsi, molto meno a farsi. Per tanti motivi: la necessità di attendere il prosieguo dell’istruttoria, la difficoltà di avere in tempi ragionevoli una parola chiara e autorevole sulla legittimità degli atti, il comprensibile imbarazzo che avranno, nel caso, i consiglieri comunali che fossero chiamati in queste condizioni ad approvare la variante al piano regolatore, il fatto che l’ultima parola comunque spetterà alla Regione. Tutte queste cose le conoscono benissimo i dirigenti della Roma (Baldissoni era accompagnato dal chief executive officer Guido Fienga), che nell’oretta scarsa trascorsa in Campidoglio, in realtà, hanno risposto in modo molto deciso alle sollecitazioni della sindaca, che gli ha chiesto quali fossero a questo punto le intenzioni di James Pallotta. “È disponibile ad andare avanti, ma non vuole perdere altro tempo, la sua pazienza è al limite e un altro anno di attesa lo spingerebbe a mollare tutto. Siamo la vera parte lesa in questa vicenda e a questo punto vogliamo essere tutelati“, il senso del messaggio trasmesso a Virginia Raggi.

La Roma deve comunque prepararsi un piano-B, nel caso in cui la situazione precipitasse e il progetto naufragasse definitivamente, e non può che essere la richiesta di un maxi risarcimento dei danni subiti (e dei soldi già investiti, circa 60 milioni di euro), anche se oggi è difficile individuarne i destinatari, se Parnasi in carcere e senza liquidità o il Comune che, nel caso, proverebbe a dimostrare di esser stato la prima vittima dei traffici di Lanzalone. Ieri sono scattati gli interrogatori. Parnasi si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma fa sapere di essere pronto a “collaborare con i pm”. Qualcuno dei suoi collaboratori ha ammesso alcune delle condotte corruttive contestate. Lanzalone ha proclamato per tre ore la sua innocenza. Ma siamo solo all’inizio.

 

FONTE         CATAPANO  PICCIONI   GDS