Ed Lippie dice addio: “Ho portato la Roma nel 21esimo secolo. Il calcio? Meglio del football”

Parla l’ormai ex preparatore giallorosso: “La notte con il Barcellona è la serata di sport più importante della mia vita. Sono orgoglioso di quello che ho fatto”

Non solo Nainggolan. La Roma cambia anche nello staff tecnico e dice addio a Darcy Norman e Ed Lippie. Dopo 3 stagioni passate a guidare la preparazione fisica della squadra, i due allenatori statunitensi – finiti sotto accusa per i tanti infortuni che hanno colpito la rosa nel corso degli ultimi anni – lasciano Trigoria. “È qualcosa di cui sono orgoglioso e di cui voglio continuare a far parte. E’ stata una grande esperienza per me e la mia famiglia. E’ ora di tornare a casa, ma non sarà facile”, ha raccontato Lippie in un’intervista al Daily Hampshire Gazette.

L’arrivo a Roma di Lippie è stato voluto fortemente da Pallotta, che aveva già iniziato una collaborazione con il preparatore al Raptor Group, i cui impiegati seguivano allenamenti studiati proprio dall’ormai ex allenatore giallorosso. Quando Pallotta, nel 2012, è diventato il numero 1 alla Roma, ha chiesto a Lippie di verificare a che livello fosse il lavoro atletico della squadra. “Eravamo molto indietro. Il livello di allenamenti che c’è in America è molto più alto di quello che avevo visto” ha spiegato Alex Zecca, braccio destro del presidente. Anche Lippie era della stessa idea, ritenendo antiquati i metodi e le ideologie usate a Trigoria. A quel punto Pallotta ha chiesto al preparatore di restare a contatto con la Roma, mentre continuava a lavorare per Raptor. “Pensavamo che non si desse la possibilità ai giocatori di dare il massimo per il club” ha spiegato il preparatore americano. Lippie ha fatto avanti e indietro da Boston a Roma per due anni,viaggiando una volta ogni 6 settimane. “Ci furono dei progressi, ma erano molto lenti” ha spiegato. Così Pallotta ha deciso di mettere Lippie a capo dello staff atletico della squadra. L’allenatore come primo passo ha reclutato proprio Darcy Norman: “Abbiamo dovuto portare tutto nel 21esimo secolo”.

 

“Quando sei con una squadra e fai parte dello staff, è una mentalità completamente diversa – ha proseguito Lippie -. Devi convincerli che quello che stai chiedendo loro di fare li aiuterà come professionisti. È un modo completamente diverso di raggiungere le persone, con cui mi sento molto a mio agio nella mia stessa lingua”. La lingua è stato uno dei problemi più importanti nella sua avventura: “Il mio italiano è abbastanza buono per comunicare quello di cui ho bisogno ai giocatori nel contesto dell’allenamento, ma non è abbastanza buono per avere conversazioni con i miei colleghi italiani su questioni delicate”. Tra i giocatori con cui ha stretto di più c’è sicuramente Salah: “E’ uno dei giocatori a cui ero più vicino, ho speso molto tempo ed energie per aiutarlo a raggiungere il massimo del suo potenziale nei due anni che è stato con noi”.

Nella sua avventura, resta impressa la notte di Roma-Barcellona, che ha cambiato per sempre il suo modo di vedere il calcio: “E’ stato un momento surreale, non ci potevi credere che fosse successo. I 13-14 minuti successivi sono stati tra i più lunghi della mia vita. Stavi ancora giocando con una delle migliori squadre al mondo. Sono stato nel mondo dello sport per tanto tempo, ma quella è stata la serata più importante che ho mai avuto. E’ stata quella sensazione dei bambini che scoprono il calcio e non possono più restare con il football americano, e sono quasi imbarazzato ad ammetterlo ora. Personalmente, pensavo che il football fosse di gran lunga lo sport migliore, ma mi sono ricreduto”.

 

Perotti&El Shaarawy: uno dei due è di troppo nella Roma che verrà

L’arrivo di Kluivert, il ruolo, l’aspetto economico: a fine mercato potrebbe restare solo uno tra il Faraone e l’argentino

 

Se prima erano in due, adesso sono in tre, e il terzo si chiama Justin Kluivert. Per la Roma Diego Perotti e Stephan El Shaarawy sono due giocatori importanti, ma è innegabile anche che con l’arrivo dell’olandese la concorrenza, a sinistra, aumenterà notevolmente e gli spazi si ridurranno. La sensazione è che il futuro dei due attaccanti sia davvero ancora tutto da scrivere, scrive Chiara Zucchelli su “La Gazzetta dello Sport“. E potrebbe restarne, a fine mercato, soltanto uno.

Sulla carta El Shaarawy sembra l’indiziato numero uno a partire: è del 1992, mentre Perotti ha 4 anni in più, vede la porta con più facilità (8 reti più dell’argentino, che è rigorista) e ha più mercato. Piace in Italia, soprattutto alla Fiorentina, piace all’estero, ha rifiutato un paio di volte la Cina, ed è a bilancio per un decina di milioni, cifra che consentirebbe alla Roma di realizzare una plusvalenza visto che per Monchi ne vale almeno 18. C’è un però: El Shaarawy piace tanto al direttore sportivo e a Di Francesco che lo considerano adattissimo al gioco dell’allenatore. Privarsene non sarà semplice.

Rispetto ad El Shaarawy, Perotti guadagna di più (3 milioni), e ha un contratto fino al 2021, rinnovato a dicembre. Piace al Villarreal, ma lui non ha molta voglia di tornare in Spagna dopo l’esperienza al Siviglia, e piace in Premier, dove Pochettino ha fatto il suo nome alla dirigenza del Tottenham. L’idea di trasferire tutta la famiglia non lo alletta, ma Londra è una città che potrebbe convincerlo a cambiare idea. La Roma lo ha pagato 10 milioni, è a bilancio per 8, in teoria per Monchi potrebbe essere venduto almeno a 15. A Trigoria non sono arrivate, ancora, offerte ufficiali, ma solo sondaggi tramite intermediari. Se poi si concretizzeranno si scoprirà soltanto nei prossimi giorni.

FONTE  CHIARA  ZUCCHELLI

Roma, un terzetto per il nuovo attacco

Uno tra Berardi, Ziyech e Forsberg verrà acquistato dopo la partenza di Alisson, che vuole solo il Real Madrid

El Shaarawy e/o Perotti: uno è di troppo. Perché Monchi vuole cambiare ulteriormente l’attacco e arricchire il reparto di un altro elemento, come scrive Stefano Carina su Il Messaggero. Finché non cederà Alisson (e soltanto in seguito uno tra il Faraone e l’argentino, più Defrel), il ds rimarrà apparentemente fermo.

Per il portiere brasiliano a Trigoria si augurano che possa realmente andare in scena un’asta. Il problema è che al netto del pressing del Chelsea (che monitora a fari spenti anche la situazione di Manolas), Alisson vuole solo Il Real Madrid. E chi lo segue da vicino, lo ha convinto che è soltanto una questione di tempo.

In attacco al momento l’unica novità è Kluivert. Un paradosso pensando che proprio il reparto avanzato (il quinto del torneo con appena 61 reti in 38 gare) sembrava quello che avesse più necessità di correttivi. Alla fine, comunque, un altro elemento arriverà. Monchi sfoglia la margherita: Forsberg, Berardi e Ziyech, ma non solo.

 

Forsberg è il più difficile da prendere ma viene ritenuto “un sogno”, il giocatore perfetto per aggiungere qualità al reparto. Per Berardi e Ziyech – avendo già raggiunto delle intese di massima con entrambi – è soltanto da prendere una decisione e accontentare il club di turno.

La scelta finale di Monchi potrebbe essere condizionata anche da chi, tra Perotti e El Shaarawy andrà via. Più rifinitore l’argentino (piace al Tottenham: ieri l’agente era in Inghilterra), più attaccante il Faraone (attualmente in vacanza con Luca Pellegrini a Ibiza): il futuro passa anche da qui.

FONTE     S. CARINA

Roma, la super difesa sarà rivoluzionata

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 – Quella difesa che ha incassato appena 28 reti in 38 partite e ha mantenuto la porta inviolata per 23 volte in questa stagione sembra predestinata ad essere rivoluzionata. Ciò è dovuto alla possibile partenza di Alisson direzione Real Madrid, alla clausola presente nel contratto di Manolas che sta facendo ingolosire il Chelsea, alle trattative in stallo per il prolungamento contrattuale di Florenzi e ai dubbi sulle condizioni di Karsdorp al rientro dagli infortuni. Rivoluzione che si completa con gli arrivi di Mirante, Marcano, Santon e il giovane Bianda.

FONTE    TUTTOSPORT

Il Frosinone interessato a Castan

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Leandro Castan, difensore centrale di proprietà della Roma, tornerà alla base dopo l’annata trascorsa in prestito al Cagliari. Secondo quanto riferisce Il Messaggero oggi in edicola, è pronto ad accoglierlo il Frosinone, neopromosso in Serie A.